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Uno scrittore di Forbes passa da Windows a Ubuntu: ecco le sue impressioni

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L'XPS 13 di Jason

Per caso mi è cascato l’occhio su un racconto di Jason Evanghelo, scrittore per Forbes, il quale ha deciso di passare a Ubuntu dopo anni e anni di Windows. Perchè?

Prima di narrarvi le vicende mi vedo costretto a fare un preambolo. La finalità dell’articolo non è promuovere Ubuntu bensì riportarvi un fatto reale e curioso pubblicato su una testata che non scrive prettamente di informatica nè tantomeno di Linux e Ubuntu… E’ bello vedere l’OS di Canonical ricevere pubblicità positiva anche da chi non scrive abitualmente di esso.

Detto ciò veniamo a quanto successo.

I fatti

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L’XPS 13 di Jason

Qualche settimana fa, racconta Jason su Forbes, durante un trasferimento di 350GB di file Windows 10 decide di riavviarsi senza apparente motivo. Blue screen e trasferimento da ripetere. Dopo anni e anni di Windows Jason decide di dire basta e intende passare a Linux.

Per anni si è detto impaurito da Linux. Nel lontano 2000 aveva provato varie distribuzioni riscontrando gravi problemi e “perdendo troppo tempo alla ricerca di driver funzionanti“. Invecchiando, si sa, si diventa pigri e Jason vorrebbe un OS pronto e funzionante out of the box. La famosa pappa pronta che Windows offre e Linux un po’ meno. Almeno in passato. Vediamo com’è andata!

Linux Mint: falsa partenza

Il suo portatile è un Dell XPS 13 pertanto si può dire che è stato fortunato: è sicuramente uno dei portatili migliori al mondo ed è anche ben supportato da distro GNu/Linux.

Dopo aver backuppato tutti i suoi dati Jason opta per Linux Mint, lo scarica su un USB stick e prova il “Live” per verificare la compatibilità e il buon funzionamento del sistema operativo. Convinto dalla prova decide di installare Mint ma l’installazione non va a buon fine perchè la routine “non trova un disco su cui installare l’OS” dopo un po’ di tentativi decide di provare con Ubuntu.

Ubuntu 18.04: ci siamo

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Ubuntu sul PC di Jason.

Nuovamente Jason prova il “Live” dopodichè installa Ubuntu 18.04 Bionic Beaver e tutto va a buon fine.

Una prima sorpresa, dice Jason, è la velocità dell’installazione. “Ci ha impiegato letteralmente 4 minuti dall’inizio alla fine, incluso il tempo necessario per selezionare la regione, settare username&password e collegarmi al Wi-Fi. Quattro minuti ragazzi!

Non sono stati necessari driver aggiuntivi e Ubuntu ha riconosciuto tutto al volo: toiuchpad, webcam, Wi-Fi adapter… Lo step successivo consiste nell’installare il software utile per lavorare.

Jason si è detto soddisfatto dell’Ubuntu Software center: “con pochi click ho installato tutti i programmi necessari, senza dover usare il terminale e senza dover navigare sui rispettivi siti ufficiali. La quantità di software installabili con lo Store mi ha sorpreso: Discord, Spotify, Skype, VLC, Telegram, OBS, Slack, GIMP, Audacity, tutti a portata di mano“.

Due settimane con Ubuntu

Dopo due settimane di “prova” Jason tira un po’ le somme. Il primo impatto con Ubuntu è stato superato alla grande. La scoperta di tool come cpufreq gli ha permesso di operare un tuning del sistema e migliorare la durata della batteria. Tutto ciò che gli serve per lavorare ce l’ha a portata di mano.

Il laptop è più veloce, stabile e performante. La navigabilità dell’OS è ottima ed è possibile effettuare un backup al volo. Modificare il look-how del desktop è intuitivo, bastano pochi click. Devo ammettere che mi sono trovato molto bene con Ubuntu. D’ora in avanti continuerò ad usarlo per scrivere, lavorare, comunicare e navigare su internet. La mia esperienza con Ubuntu è veramente positiva” ha concluso Jason.

Le conclusioni che possiamo trarre da questo racconto sono abbastanza ovvie e sicuramente non nuove. Negli ultimi anni le distribuzioni Linux hanno fatto passi da gigante dal punto di vista dell’usabilità e si sono avvicinate molto a Windows pur mantenendo le peculiarità  proprie di GNU/Linux. In linea di massima possiamo dire che chiunque oggi può usare Ubuntu senza troppi grattacapi.

P.S: Potete leggere l’articolo di Jason su Forbes.com cliccando qui.

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