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Kernel Linux 5.9: in arrivo patch per migliorare gaming e performance

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Non si fa in tempo a discutere della versione 5.8 del kernel, che già si presentano interessanti novità in arrivo con Linux 5.9. Per quanto riguarda Wine ed il gaming, sarà disponibile una patch, resa necessaria dai nuovi giochi pubblicati per Windows. Lato performance, invece, in arrivo grazie a Canonical una miglior gestione dell’ibernazione/resume del sistema.

Linux, Wine e le applicazione per Windows

In questa RFC, Gabriel Krisman Bertazi, consulente presso Valve, spiega le ragioni per cui è necessaria un’integrazione nel kernel. Le moderne applicazioni Windows, infatti, eseguono le istruzioni per le chiamate di sistema direttamente dal codice dell’applicazione, senza passare per WinAPI. Questo crea problemi a Wine, poiché non ha la possibilità di intercettare ed emulare queste syscall, prima che vengano inviate a Linux.

kernel rfc wine canonical
Uno stralcio della nuova patch sul funzionamento di CONFIG_SECCOMP_MEMMAP.

Si rende necessario, quindi, una sorta di filtro che permetta di intercettare le syscall, evitando così che sia Wine direttamente a pensarci, causando enormi problemi di performance. La soluzione proposta si concentra sul modulo SECCOMP del kernel, permettendo l’isolamento delle chiamate di sistema basandosi sulle aree di memoria.

Novità in arrivo da Canonical

Andrea Righi, Linux Kernel Engineer presso Canonical, ha pubblicato alcune patch con l’obbiettivo di migliorare le performance nella fase di ibernazione/ripresa del sistema. Il discorso si fa particolarmente interessante lato server , ed infatti queste patch sono state pensante proprio in ambito cloud computing.
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Durante la fase di ibernazione del sistema, l’intero contenuto della RAM viene copiato sul dispositivo di swap. A causa dell’I/O coinvolto nella liberazione della memoria di sistema, e nella scrittura dell’immagine di ibernazione sul disco, si crea un collo di bottiglia. L’idea alla base di queste migliorie, è il recupero della memoria in anticipo rispetto alla fase effettiva di ibernazione (ad esempio, quando il sistema è inattivo). Ciò permetterebbe di ridurre le dimensioni dell’immagine, e accelerare notevolmente i tempi. I test finora condotti hanno dimostrato che, con una configurazione predefinita, il processo di ibernazione potrebbe scendere da circa 51 secondi a soli 4 secondi, mentre quello di ripresa passare da 26 a 5 secondi.

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