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Il caso OpenOffice: aggiornamenti da TDF


A The Document Foundation non va giù la cessione di OOo ad Apache. Oltre ad averlo scritto in un post del blog ufficiale, di cui noi abbiamo già parlato, lo Steering Committee, a nome di tutto Libò, scrive una lettera aperta a Oracle:

E’ nostro desiderio unire il progetto OpenOffice.org con The Document Foundation e portare alla fine la divisione attuale. The Document Foundation crede fortemente di essere la miglior posizionata per ereditare il progetto OpenOffice.org. […] Oggi, il progetto LibreOffice è un progetto e una community open source che crescono velocemente e sono supportati da grandi attori dell’open source.

TDF propone tre punti precisi per un accordo con Oracle:

  1. The Document Foundation e Oracle concordano che il progetto OpenOffice.org nel senso più ampio del termine sarà mantenuto da The Document Foundation. Questo include i nomi di dominio […], i marchi associati al progetto […], i lavori artistici ufficiali e la grafica.
  2. Il codice base di OpenOffice.org deve essere reso disponibile sotto la nostra (doppia) licenza preferita: MPL / LGPLv3+ (Mozilla Public License E LGPL versione 3). Crediamo che la licenza MPL […] sia cruciale per la crescita della comunità […]. Questo accordo consentirebbe a Oracle di distribuire il nostro lavoro […] senza ulteriori complicazioni.
  3. Il contenuto e l’infrastruttura del sito web OpenOffice.org, i canali di comunicazione e la piattaforma di sviluppo saranno disponibili per il passaggio all’infrastruttura di The Document Foundation che non avrà nessun obbligo di mantenere quella corrente […]. The Document Foundation non avrà nessun obbligo di riassunzione di nessun membro dello staff di Oracle che lavori direttamente o indirettamente sul progetto OpenOffice.org

Traduzione (molto) libera dalla lettera aperta di TDF (file PDF)

Le parole di TDF parlano da sole. E Apache Foundation cosa fa?
Nulla: per loro OpenOffice.org è un caso come tutti, e come tale bisogna pensarci su prima di introdurlo nell’Apache Incubator. Certo, il “Caso OpenOffice.org” non è esattamente un caso come gli altri: sicuramente avrà meno diffusione del server Apache, che serve più della metà dei siti web nel mondo, ma è il primo baluardo della difesa contro Microsoft Office. Per questo attendiamo presto una risposta ufficiale da Apache e il conseguente punto della situazione per Libò.