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LXDE: Comeback to future

In questo articolo, realizzato dal nostro lettore Biagio, andremo ad analizzare LXQt e le novità del nuovo desktop environment targato LXDE e Razor-qt

LxQt
Come alcuni sapranno, da diversi mesi è iniziato un laborioso e discutibile porting di LXDE dalle librerie GTK alle librerie Qt e conseguente fusione con un altro DE nativo delle librerie Qt, ovvero razor-qt. Tutta questa operazione di porting e fusion ha dato alla luce un nuovo DE che prende il nome LxQt.
Qualche giorno fa, a seguito del nostro ultimo post, sono emerse le ultime indiscrezioni su questa macchinosa operazione, non che il rilascio di una prima beta–release. Ebbene dopo aver testato questa beta eccoci qui ad elencare le sue caratteristiche e in base a queste prevedere una sua roadmap. In primis, per tutti coloro che non conoscono affatto LXDE, cerchiamo velocemente di dare qualche veloce ragguaglio. LXDE è un Desktop Envairoment molto molto leggero e performante ma non per questo scarno di funzionalità. Esso funziona tramite le librerie Gtk 2 e si appoggia sul windows manager OpenBox creando pertanto un’accoppiata sinergica, un misto di leggerezza e funzionalità allo stato puro, tanto che grazie a questo DE si è dato vita ad una nuova derivata Ubuntu che prende il nome di Lubuntu.

Una volta installato questo DE avremo un OS che a grandi linee ci ricorda Windows XP per il suo concept basato su una dock inferiore e un pulsante menu analogo a quello di XP; infatti Lubuntu, o distro linux che utilizzano LXDE, sono spesso indicate su molti forum come candidate ideali a sostituire Windows XP senza che l’utente “windowsiano” ne percepisca la differenza oltre a girare egregiamente anche su vecchie macchine poco performanti (senza contare che in un nostro recente articolo veniva postato il modo per attribuire proprio a LXDE la stessa interfaccia di Windows XP o a scelta Windows 7 o 8 [vedi WinAte]).
LXDE, come dicevamo, sfrutta le GTK al pari di altri DE più blasonati, come Xfce o GNOME, ma rispetto questi decisamente più leggero.

LXDE è un DE fatto di diversi componenti che non sto qui ad elencare, trai quali troviamo un file manager a mio dire ottimo: PcManFM; un file manager che assomiglia per molti aspetti a Thunar di Xfce ma molto più leggero, ed introduce rispetto a quest’ultimo la navigazione a schede.
Vediamo ora Razor-qt.
Potremmo da profani semplicemente dire che Razor-qt sta KDE, come Xfce sta a GNOME, ovvero Razor-qt è un DE nativo delle librerie Qt, così come il blasonato fratello maggiore KDE, prendendo da esso molti dei sui strumenti ma rispetto il fratello maggiore non fa uso di tante “chiccerie” particolari, rendendo così la nostra macchina fluida e allo stesso tempo performante, pur mantenendo in molte sue parti un’impronta tipica di KDE.

In sostanza Razor-qt è un DE carino, gradevole, oserei pure dire bello, ma il suo utilizzo a dir il vero non è mai riuscito ad imporsi, vuoi anche per lo scarno team di sviluppatori.
Ora cosa accade?
L’evolversi dello scenario informatico vuole che librerie Gtk 2 stanno per diventare deprecate e sostituite dalle nuove Gtk 3 ed è in questo frangente che le storie di questi due DE si ritrovano.
Infatti il team LXDE irrompe con un colpo di scena; anziché fare il porting del DE con le librerie Gtk 3, decide, dopo una serie di discutibili test, di effettuare un porting verso le librerie Qt, scelta motivata in seguito da una presunta convenienza di risparmio di utilizzo di RAM, appunto nell’ottica di far risorgere questo DE dalle ceneri di questo trambusto mantenendo il suo concept di base, ovvero un uso limitato di risorse.
È in questo trambusto che i 2 team si incontrano e diventa amore a prima vista.

Infatti perseguendo i medesimi scopi ed obbiettivi e visto il numero esiguo di sviluppatori la fusione di questi due Team è una tappa obbligata. Dalle indiscrezioni trapelate in rete sembra che il team di Razor-Qt sia confluito in quello di LXDE partorendo infatti LxQt, il cui nome riporta alla mente che è un porting di LXDE, all’atto pratico non è proprio così.
Già dalla roadmap del nuovo team appare evidente che lo scenario possibile è fare il porting di qualche componente di LXDE nelle librerie Qt e nel contempo, anziché riscrivere il restante del codice quasi da zero, prelevare dei componenti di Razor-Qt e adattarli alle librerie common di LxQt in modo da creare un ibrido omogeneo pronto per essere subito utilizzabile.
Diversi sono stati i mesi di silenzio nei quali in molti ci siamo chiesti cosa potesse venire fuori da questo grande minestrone e qualche giorno fa quando è uscita la beta-release e siamo corsi subito ad installarla.
Volete sapere che cosa è uscito da questo pentolone?
A mio avviso questo minestrone è ancora ben lontano da una pietanza da servire al ristorante e per il momento la lascerei come pasto fugace.
Tralasciando discorsi tecnici in materia di consumo di risorse e robe varie, è doveroso fare il punto della situazione.
L’ho provata: ho installato Lubuntu su una macchina virtuale, ho cambiato i repository e fremente ho effettuato la trasformazione (così come indicato nelle nostre guide); i miei occhi brillavano dalla contentezza e poi giù qualche lacrima amara.

L’ibrido porta con se ben poco di LXDE se non fosse di un porting del file manger PcManFM ora rinominato PcManFM-qt, poi la quasi totalità dei componenti è “made in Razor-qt”; per intenderci, la quasi totalità dei componenti di LxQt non sono altro che i componenti di Razor-qt ma con nome cambiati (per intenderci ora si chiamano lx-qt) e con amarezza nemmeno il logo sul “bottone di start” della dock bar inferiore riporta con se il logo di LxQt ma porta invece ancora il vecchio logo di Razor-Qt, inoltre il porting di PcManFM-qt è il porting di una versione nemmeno tanto recente (in quanto mancano alcune funzionalità inserite di recente nei menu), inoltre alcuni utili programmi come PicView (leggero lettore di immagini) sono stati sostituiti con un nuovi prodotti che non ci convincono affatto, openbox è stato messo un po’ nell’angolo sostituito dal window manager di KDE ovvero Kwin (per intenderci, un Windows Manager, è quella parte del DE che si occupa di creare la barra superiore delle finestra con il titolo della finestra e i pulsanti per la sua chiusura, senza siamo incapaci anche di spostare la finestra dallo schermo oltre a non poterla chiudere, LXDE non aveva un Windows Manager suo ma sinergicamente usava OpenBox che però diciamolo rende poco, forse meglio Kwin).
Infine contando che in origine molti dei componenti di Razor-qt erano presi in prestito dal fratello maggio KDE (come per esempio proprio KWin) ne viene fuori che di LXDE se ne sente appena appena l’odore.
Forse tutto questo è motivato da un’ottica a minimo impatto sui programmatori, ovvero evitare loro di riscrivere troppo codice da zero, solo che in certi casi dove si hanno cambiamenti tanto drastici, ricominciare da zero è la scelta ideale per ottenere un prodotto pulito e nuovo, invece di portare con se bug ed imperfezioni di entrambi i DE.

Quindi tornando ad un discorso di consumo di risorse non c’è da lamentarsi se consuma più ram ora chè un insieme di frattaglie ed è inutile fare mille false promesse che nella versione stable il consumo possa assestarsi ai valori originari (v. articolo sulle prestazioni) se il lavoro è fatto alla rinfusa!!!
Insomma tanti mesi solo per cambiare i nomi dei componenti di Razor-Qt e fare un porting di PcManFm-qt mi sembrano un po’ sprecati; ovviamente non vorrei sentenziare cose di cui io non sono all’altezza di entrare in materie ma decisamente mi aspettavo un risultato migliore.

È mio auspicio che il vecchio team di LXDE prenda le redini del progetto e faccia risentire la sua impronta, almeno per vedere in LxQt molto più LXDE e meno Razor-Qt/KDE.
Non so perché ma mi aspettavo, seppure non era previsto in nessun forum, che magari il porting di PcManFm-qt portasse con se (come ha già fatto LibreOffice) la possibilità di utilizzare il plugin personas di firefox, in modo da vedere nel file manager un po’ di colore un po’ di fantasia, magari di ritrovare qualche componente riscritto in Qt e magari qualche componente exnovo che rendesse ancora più fruibile il DE.

In ogni caso, come in ogni cantiere in costruzione, forse è uno sbaglio sbirciare lo stato dei lavori prima che tutti i lavori siano conclusi, altrimenti quello che vediamo è ben lontano da ciò che potremmo aspettarci; per cui non ci resta che aspettare e sperare in meglio.

Per ora è tutto alla prossima puntata, Biagio